Un primo motivo è che gli inchiostri ciano, magenta e giallo non hanno proprietà riflettenti ideali e aggiungendo un inchiostro nero è possibile ottenere un nero più scuro che con il 100% di CMY. Di conseguenza si possono produrre migliori dettagli neri e scuri. L’utilizzo dell’inchiostro nero amplia il gamut dei colori ottenibili in stampa verso il basso. Per esempio, qui sotto a sinistra un tipico gamut offset con carta patinata con soli inchiostri C, M e Y (quindi senza inchiostro K); a destra con inchiostri C, M, Y e K (cioè con il K aggiunto).
Un secondo motivo è che l’utilizzo del nero serve a rendere meno critico il controllo di bilanciamento degli altri tre colori, cioè, come si dice, a stabilizzare l’asse dei grigi.
Un terzo motivo riguarda il fatto che che è opportuno, per evitare problemi di stampabilità, che il testo sia stampato con un unico inchiostro, tipicamente il nero appunto.
Altri due motivi sono:
- sostituire gli inchiostri colorati (più costosi) con inchiostro nero (più economico);
- diminuire la quantità di inchiostri che si sovrappongono (e possono causare problemi di trapping, nel senso di accettazione o rifiuto).
Quindi è necessario indicare come procedere alla composizione dei colori con il nero aggiunto, definendo i cosiddetti parametri del nero che comprendono: percentuale massima di K (≤ 100%), percentuale massima di CMYK (≤ 400%), punto di partenza per il nero, composizione cromatica (o generazione) del nero, che sono strettamente correlati tra di loro.
Total area coverage (TAC)
Anche total ink imit (TIL). È la somma delle percentuali di inchiostro di ogni pixel, quindi può andare da 0% a 400%. Per esempio se C=70, M=0, Y=50, K=20, la TAC è 140.
Per ogni carta esiste un valore massimo di TAC supportato da quella carta. Per esempio la carta di quotidiano supporta una quantità totale di inchiostro attorno a 280%.
Generazione del nero
Il sistema convenzionale di conversione in quadricromia consiste nel convertire da RGB a CMY e successivamente aggiungere inchiostro nero indicato con K.
La quantità di nero per ogni pixel viene calcolata a partire dalle quantità di ciano, magenta e giallo con metodi diversi indicati con i termini undercolor removal (UCR) e gray component replacement (GCR).
Inizialmente questi due termini indicavano cose diverse: UCR era la sostituzione del colore con nero nelle aree neutre mentre GCR operava anche nelle aree colorate. Tuttavia nel corso del tempo la distinzione tra i due termini si è persa. Oggi UCR è diventato un GCR “leggero” e gli esperti consigliano di non usare più due termini (UCR e GCR) ma uno solo (GCR) in varie gradazioni (leggero, medio, pesante). Si veda per esempio questo articolo in PDF di due autori svedesi.
Un GCR leggero consiste nel rimuovere uguali percentuali di CMY quando tali percentuali superano tutte un dato limite (black start, per esempio 50%) sostituendole con la stessa quantità di nero.
L’algoritmo dovrebbe essere questo: per ogni percentuale di grigio superiore al black start si controlla quali percentuali di CMY danno quella percentuale. Si toglie una certa quantità e si sostituisce con nero.
Per esempio se il black start è 50 e il pixel è C=75, M=67, Y=67, si può togliere una quantità qualunque tra 0 e 67% e sostituirla con nero.
Il nero comincia nei toni medi (black start) ed aumenta verso le ombre (black length). Quanto il nero entra nei colori è detto black width (se è narrow è solo nei grigi).
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Sulla base dei dati di caratterizzazione si costruiscono i profili ICC per le varie condizioni di stampa. Per la fase di costruzione dei profili ICC non ci sono regole codificate.Il principale organismo che crea profili ICC basati sullo standard ISO per offset piano e in bobina a caldo e sulle caratterizzazioni Fogra è ECI. Per la stampa offset a freddo i profili sono pubblicati da IFRA.
Adobe fornisce, assieme alle applicazioni di grafica (Photoshop, Illustrator, InDesign, Acrobat) alcuni profili basati su dati di caratterizzazione Fogra. Altri profili sono realizzati da Chromix.
ECI (European Color Initiative)
I profili creati sono scaricabili gratuitamente dal sito ECI, e sono i seguenti:
- ISO Coated v2 (ECI): basato sulla caratterizzazione Fogra 39, TAC 330%, black start 14%
- ISO Coated v2 300% (ECI): come il precedente ma con TAC di 300%, black start 14%
- ISO Web Coated: basato sulla caratterizzazione Fogra 28
- ISO Uncoated: basato sulla caratterizzazione Fogra 29
- ISO Uncoated Yellowish: basato sulla caratterizzazione Fogra 30
I profili Adobe sono compresi nelle applicazioni di Creative Suite (Photoshop, InDesign, Illustrator) e si possono anche scaricare dal sito Adobe. Sono i seguenti, basati sulle norme e caratterizzazioni indicate nel nome stesso:
- Coated FOGRA 39 (ISO 12647-2:2004) TAC 330%, black start 22%
- Web Coated FOGRA 28 (ISO 12647-2:2004)
- Uncoated FOGRA 29 (ISO 12647-2:2004)
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